Testimonianze

01

Il nemico del sole di Samih al-Qasim

Perderò, forse, lo stipendio,
come tu lo desideri;
sarò costretto a vendere abito e materasso;
farò, forse, il portatore di pietre;
il facchino,
lo zappino di strada
oppure l’operaio in una officina;
forse sarò anche costretto a cercare nei letami
per trovare un grano da mangiare;
o forse morirò nudo e affamato.
Ciò malgrado non mi rassegnerò mai a te,
o nemico del sole!
Ma resisterò fino all’ultima goccia
di sangue nelle mie vene.

Tu mi potresti rubare l’ultimo palmo di suolo;
saresti capace di dare alle prigioni
la mia giovane età;
di privarmi dell’eredità di mio nonno:
degli arredamenti, degli utensili casalinghi
e dei recipienti.
Saresti pure capace di dare al fuoco
le mie poesie ed i libri miei
ed ai cani la mia carne.
Saresti – come è vero – un incubo
sul cuore del nostro villaggio,
o nemico del sole!
Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te
e, fino all’ultima goccia
di sangue nelle mie vene
resisterò!…

Potresti spegnermi la luce che m’illumina la notte
e privarmi di un bacio di mia madre;
i ragazzi vostri sarebbero capaci di insultare
il mio popolo e mio padre;
qualche vigliacco di voi sarebbe capace di
falsificare pure la mia storia;
Tu stesso potresti privare i figli miei
di un abito di festa;
saresti capace di ingannare,
con falso volto,
gli amici miei,
crocifiggermi i giorni su una visione umiliante,
o nemico del sole!
Ciò malgrado, non mi rassegnerò mai a te
e, fino all’ultima goccia di sangue nelle mie vene
resisterò!…

O nemico del sole!
Nel porto vedo degli ornamenti,
dei segni di gioia;
sento delle voci allegre
e degli applausi entusiasti
che infuocano d’allegria la gola;
e nell’orizzonte vedo una vela
che sfida il vento e le onde
sormontando con fiducia i pericoli!

Questo è il ritorno di Ulisse
dal mare dello smarrimento.
Questo è il ritorno del sole
E dell’uomo espatriato!…
Per gli occhi di lui e della amata terra
giuro di non rassegnarmi mai a te
e fino all’ultima goccia di sangue nelle vene,
resisterò,
resisterò,
resisterò!…

colomba_pace

Innamorato dalla Palestina

i tuoi occhi sono una spina nel cuore
lacerano ma li adoro.
Li proteggo dal vento
e li conficco nella notte e nel dolore
cosi la sua ferita illumina le stelle
trasforma il presente in futuro
piu caro della mia anima.
Dimentico qualche tempo dopo
quando i nostri occhi si incontrano
che una volta eravamo
insieme dietro il cancello.
Le tue parole erano una canzone
che io tentavo di cantare ancora
ma la tribolazione si era posata
sulle fiorenti labbra
le tue parole come la rondine
volarono via da casa mia
volarono anche la nostra porta
e la soglia autunnale
inseguendo te
dove si dirigono le passioni
i nostri specchi si sono infranti
la tristezza ha compiuto 2000 anni
abbiamo raccolto le schegge del suono
e abbiamo imparato a piangere la patria.
La pianteremo insieme
nel petto di una chitarra.
La suoneremo sui tetti della diaspora
alla luna sfigurata ed ai sassi.
Ma ho dimenticato
oh tu dalla voce sconosciuta !
Ho dimenticato
e stata la tua partenza
ad arrugginire la chitarra
o e stato il mio silenzio ?
Ti ho vista ieri al porto
viaggiatore senza provviste – senza famiglia.
Sono corso da te come un orfano
chiedendo alla saggezza degli antenati:
Perche trascinare il giardino verde
in prigione – in esilio – verso il porto
se rimane malgrado il viaggio
l’Odore del sale e dello struggimento
sempre verde ?
Ho scritto sulla mia agenda
amo l’Arancio e odio il porto
ho aggiunto sulla mia agenda
al porto mi fermai
la vita aveva occhi d’Inverno
avevamo le bucce dell’Arancio
e dietro di me la sabbia era infinita !
Giuro tessero per te
un fazzoletto di ciglia
scolpiro poesie per i tuoi occhi
con parole piu dolce del miele
scriverò
“ Sei palestinese e lo rimarrai ”
Palestinesi sono i tuoi occhi
il tuo tatuaggio
palestinesi sono il tuo nome
i tuoi sogni
i tuoi pensieri e il tuo fazzoletto.
Palestinesi sono i tuoi piedi
la tua forma
le tue parole e la tua voce.

Palestinese vivi
palestinese morirai

(Mahmoud Darwish)

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