Dichiarazioni

COMMENTI INTERNAZIONALI SU YASSER ARAFAT

COLIN POWELL
Colin Powell, segretario di Stato americano, ha auspicato che i successori di Yasser Arafat combattano il terrorismo e convincano i palestinesi sul fatto che la violenza ostacola la nascita di uno stato indipendente. ”In quel caso noi saremo disposti ad aiutare i nuovi leader”, ha detto Powell, facendo eco a quanto detto poco prima dal presidente George W. Bush, in un breve scambio con i giornalisti al termine di un incontro al Dipartimento di stato con il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer.
Sull’impegno della nuova leadership a lottare contro il terrorismo Powell ha risposto soltanto: “non resta che vedere cosa succederà adesso”.

GEORGE W. BUSH JR.
Dalla Casa Bianca non ci sono state reazioni immediate all’annuncio della morte del presidente palestinese Yasser Arafat. Del resto George W. Bush jr. non aveva mai dato molto credito al leader palestinese. Una settimana fa, interrogato da un giornalista che gli annunciava già che Arafat era morto, Bush jr. (che non aveva mai incontrato il presidente palestinese) si era limitato a dire, come un parroco di campagna: ”Dio benedica la sua anima”. Dopodiché aveva chiarito la sua volontà di continuare a lavorare per la realizzazione di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, uno accanto all’altro, sicuri all’interno dei propri confini. Per Bush, che oggi parlerà del Medio Oriente con Tony Blair, la pace ”è molto importante” per una maggiore stabilità mondiale. Così la morte di Arafat e una nuova leadership palestinese possono essere un’opportunità. Infatti Bush ha dichiarato: ”Speriamo di fare buoni progressi. È importante per i nostri amici israeliani avere uno Stato palestinese pacifico ai loro confini. Ed è molto importante per i palestinesi avere un futuro di pace e di speranza. Ecco perché il mio piano contempla due Stati”.
All’inizio del suo secondo mandato, Bush jr. intende dare un nuovo impulso alla pace. Il suo portavoce, Scott McClellan, in questi giorni ha ribadito: ‘Abbiamo una nuova possibilità di fare progressi con l’attuazione della road map e di arrivare a ofrmare due Stati come piace al presidente. Per questo saremo impegnati attivamente, lavorando con entrambe le parti, per realizzare questo obiettivo”.

YOSSEF LAPID
”Era un fomentatore di terrorismo […] Fra noi nessuno piangerà la sua morte”. Ecco cosa ha detto il vicepremier israeliano Yossef Lapid (del partito Shinui), commentando la scomparsa di Yasser Arafat.
”Un nuovo sole splende oggi non solo in Israele, ma nel mondo intero” ha detto il vice di Sharon alla radio militare. ”Arafat non era solo l’ideatore del terrorismo contro Israele ma anche colui il quale ha ispirato il terrorismo mondiale, anche quello di al-Qaeda”. ”La sua scomparsa è una buona notizia per tutti”. Lapid ha confermato che Israele e l’Autorità nazionale palestinese stanno cooperando per assicurare che ”i funerali di Arafat non
sfuggano al controllo” dei rispettivi servizi di sicurezza. ”Sappiamo che Tanzim (del gruppo Al Fatah) vuole fomentare disordini, ma l’ANP certamente non lo vuole”.

JACQUES CHIRAC
Il presidente francese Jacques Chirac ha espresso cordoglio per la morte di Yasser Arafat. In un comunicato Chirac ha dichiarato: ”è con molta emozione che apprendo la notizia della morte del presidente Yasser Arafat, primo presidente dell’Autorità palestinese. Con lui scompare l’uomo coraggioso che ha incarnato per 40 anni la lotta dei palestinesi per i diritti della propria nazione”. Il presidente ha poi espresso le sue ”sincere condoglianze”. ”Al popolo palestinese – ha detto Chirac – voglio esprimere, in questo momento di lutto, l’amicizia della Francia e del popolo francese”. Chirac in mattinata si recherà all’ospedale Percy de Clamart ”per rendere l’ultimo omaggio al presidente Arafat”.

KOFI ANNAN
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha dichiarato di essere ”profondamente commosso” dalla morte del presidente palestinese Yasser Arafat, ”simbolo delle aspirazioni nazionali del popolo palestinese”. Arafat, sottolinea il portavoce di Annan, Fred Eckhard, sarà ricordato per aver guidato i palestinesi nel ”grande passo” avanti verso la pace, soprattutto firmando gli accordi di Oslo nel 1993 ed ”è tragico che sia morto prima di vederli pienamente realizzati”. ”Ora che non c’è più – ha proseguito Eckhard – israeliani e palestinesi insieme, e i loro amici in tutto il mondo, devono fare lo sforzo più grande, quello di arrivare alla affermazione pacifica dei diritti dei palestinesi all’autodeterminazione”. Kofi Annan ha fatto le condoglianze alla famiglia di Arafat e al popolo palestinese.

GEORGE W. BUSH JR.
George W. Bush ha espresso le condoglianze al popolo palestinese per la morte di Yasser Arafat, dicendo che è un ”momento significativo” nella loro storia.”Per il popolo palestinese – ha dichiarato il presidente Bush in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca – speriamo che il futuro porti una Palestina indipendente, democratica, in pace con i vicini. Durante questo periodo di transizione che arriva, ci appelliamo alla gente della regione e del mondo per fare insieme progressi verso questi obiettivi e verso il fine ultimo della pace”.

MOSHE KATZAV
Il presidente israeliano Moshe Katzav ha affermato che la morte del presidente palestinese Yasser Arafat ”potrebbe aprire un nuovo capitolo nelle relazioni dei palestinesi con Israele. In un comunicato diffuso dalla presidenza, Katzav si è augurato che ”una nuova dirigenza palestinese sappia prendere una nuova strada allo scopo di porre fine alle violenze e al terrorismo e così permettere la ripresa dei negoziati di pace” e in questo caso troveranno in Israele un partner. Katzav ha detto infine di sperare che i palestinesi sappiano superare il loro dolore e che la nuova dirigenza li sappia far uscire dalle loro sofferenze.

JUNICHIRO KOIZUMI
Junichiro Koizumi, primo ministro giapponese, ha espresso ”profonde condoglianze” alla famiglia, all’Anp e al popolo palestinese per la scomparsa di Yasser Arafat: ”un uomo forte, un pioniere che ha posto le fondamenta per la creazione di uno stato palestinese”.

JUNICHIRO KOIZUMI
Ai funerali di Yasser Arafat il Giappone sarà rappresentato dall’ex ministro degli esteri e attuale consigliere politico del primo ministro Junichiro Koizumi, Yoriko Kawaguchi. Lo ha reso noto oggi il portavoce ufficiale del governo Hiroyuki Hosoda. Il Giappone, storicamente, ha avuto buoni e stretti rapporti con l’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) prima e dopo con l’Anp, che ha una sua sede di rappresentanza a Tokyo. Per questo, nel suo messaggio di condoglianze, il primo ministro Junichiro Koizumi ha esaltato Arafat come “un pioniere che ha posto le fondamenta per la creazione di uno stato palestinese”. Ma negli ultimi anni il Giappone ha bilanciato la sua posizione favorendo più intensi rapporti con Israele e sollecitando più volte l’Anp a troncare ogni rapporto con il movimento integralista islamico Hamas e con gli attentati terroristici. La scelta di Kawaguchi, ministro degli esteri fino alla fine di settembre e ora solo consigliere politico di Koizumi, una carica appena creata e senza peso ministeriale, riflette, secondo gli analisti, questa posizione di equilibrio del Giappone nel tentativo di non scontentare ne Israele né l’Anp.

JAVIER SOLANA
L’Alto rappresentate per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Javier Solana, ha espresso oggi ”grande tristezza” per la morte del ”leader storico palestinese” Yasser Arafat e ha esortato i palestinesi a onorare la sua memoria intensificando gli sforzi per la pace. ”Ho appreso del trapasso del presidente Arafat con grande tristezza”, ha premesso Solana in una dichiarazione diffusa a Bruxelles in cui esprime le proprie condoglianze alla famiglia e ”al popolo palestinese”. ”Con la morte di Yasser Arafat – continua l’Alto rappresentante Ue – il popolo palestinese ha perso il suo leader storico” la cui vita, ”più di ogni altra, rappresenta la storia tragica e turbolenta del Medio Oriente”. ”Il miglior tributo alla memoria del presidente Arafat – conclude Solana – sarà quello di intensificare i nostri sforzi per creare un pacifico e funzionante Stato di Palestina come previsto dalla Roadmap”.

SHIMON PERES
La scomparsa di Yasser Arafat “è la morte di un leader e la fine di un’epoca: questo vuol dire che ci saranno nuovi leader e che si apre un nuovo capitolo”. Lo ha detto il presidente del Partito laburista israeliano, Shimon Peres.
“Oggi – ha detto Peres – i leader sono chiaramente Abu Ala e Abu Mazen, che conosco abbastanza bene e dei quali ho il massimo rispetto”. Abu Ala e Abu Mazen, ha continuato Peres, che ha incontrato alcuni giornalisti italiani a Tel Aviv dopo aver visto il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, “sono due persone intelligenti, di grande esperienza, hanno collaborato a lungo con Arafat, sono molto interessati alla pace e pronti a fare concessioni. Questo non vuol dire che sarà facile o che faranno tutto quello che Israele chiede: ci sarà una dura trattativa, perché anche loro sono in una situazione difficile. Devono affermare la loro autorità, imporla sui gruppi terroristici, conquistare la fiducia del mondo e portare la speranza al loro popolo”. Tutto questo, secondo Peres, ”non è un’impresa facile, ma è un cambiamento”. Quanto al futuro, ”un accordo ce lo abbiamo già: la “road map”, che è stata accolta dai palestinesi, da noi e dal resto del mondo. Vi potreste chiedere allora perché non è stato trovato un accordo: la risposta è negli errori del passato, da parte nostra gli insediamenti che stiamo cercando di rimuovere con la decisione di ritirarci da Gaza e dalla Cisgiordania; da parte dei palestinesi, la divisione delle forze in gruppi terroristici e gruppi ufficiali. Ora i palestinesi devono stabilire un unico comando militare”.
Arafat, ha continuato Peres, “ha mantenuto la sua autorità ma non l’ha usata: voleva il consenso di tutti e invece li ha confusi. Un leader qualche volta deve essere impopolare, altrimenti non serve il suo paese. Arafat impedì ad Abu Ala di diventare responsabile della sicurezza: è stato nominato premier di Palestina e speriamo abbia successo. Si apre una speranza nuova: non è semplice, ma è un cambiamento”.

GOVERNO RUSSO
La Russia esprime cordoglio per la morte del leader palestinese Yasser Arafat, ma al contempo auspica che i dirigenti destinati a succedergli imprimano un’ accelerazione ai negoziati con Israele. Lo ha detto oggi il portavoce del ministero degli esteri Aleksandr Iakovenko. ”Nell’esprimere le nostre condoglianze alla famiglia di Yasser Arafat e a tutti i Palestinesi, noi auspichiamo che la nuova leadership palestinese rilanci gli sforzi per un accordo di pace con Israele”, ha affermato Iakovenko. La necessità di un nuovo impulso al processo di pace – in primo luogo a opera delle due parti coinvolte – è stata sottolineata all’agenzia Interfax anche dall’emissario speciale del Cremlino per il Medio Oriente, Aleksandr Kalughin, che in questi giorni si trova proprio in Israele. Il presidente della commissione esteri del senato russo, Mikhail Marghelov, ha da parte sua ribadito l’impegno di Mosca a riproporre in questa fase delicata “l’attuazione della road map”, il percorso negoziale delineato dai mediatori del Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu). Mentre il presidente della commissione esteri della Duma, Konstantin Kosaciov, ha osservato che la morte di Arafat ”segna la fine di un’epoca” e comporta rischi di ”instabilità”’. In precedenza il Cremlino aveva diffuso un messaggio di cordoglio del presidente Vladimir Putin per la morte di Arafat, definita ”una grande perdita”. Nel messaggio, Putin ricordava come Arafat avesse ”dedicato tutta la vita alla giusta causa del popolo palestinese” e indicava la prospettiva di uno Stato palestinese come ”un diritto legittimo in confini sicuri e riconosciuti”, purché in un quadro di ”coesistenza pacifica con Israele”.

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